PARCO DI CAPODIMONTE
La collina di Capodimonte, prima dell'insediamento del XVIII secolo, era caratterizzata da numerosi insediamenti rurali, da complessi monastici e da piccole aree naturali. Nel 1734 Carlo III di Borbone, da poco Re di Napoli, affascinato dalla bellezza paesaggistica della collina di Capodimonte, volle costruirvi un museo per raccogliere le sue collezioni Farnese e un Parco per soddisfare la sua passione per la caccia, nacque cosi' il Real Sito di Capodimonte". I confini che si delinearono in quel periodo si sono praticamente conservati immutati. Nella zona piu' alta di tutto il sito si erge il Palazzo Reale, attualmente destinato a museo. I lavori di costruzione iniziarono nel 1734, allo scopo di allestire la collezione di quadri e l' armeria, dote dei Farnese. La Chiesa di San Gennaro fu eretta nel 1745 e fungeva da parrocchia per gli abitanti del parco. Davanti alla Chiesa prospetta un edificio che dal 1743 al 1759 ospitò la Real Fabbrica delle Porcellane. Dopo l'ingresso da Porta Miano si accede nel Real Bosco di Capodimonte dov'è situato il "Casino della Regina", uno dei complessi più importanti del compendio, esso era un piccolo padiglione destinato ai reali per il ricovero durante la caccia . Nelle propaggini del Bosco e verso la vallata di San Rocco sorge l'eremo dei Cappuccini, il complesso cinto da mura, in stile neogotico ed edificato per volonta' di Ferdinando IV. Lungo il percorso del vialone centrale si incontrano alcuni edifici: " la Reale Vaccheria " ossia una vera e propria azienda agricola; il "Casino di San Gennaro" dove a piano terra ospitava "l'uccelleria" dove vi erano specie esotiche di fagiani. Il decreto di posa della prima pietra della costruzione risale al 1734. In tale data iniziarono anche i lavori per l'impianto del Bosco, che era basato essenzialmente sull'impianto di un tipo di vegetazione adatta al rifugio ed al ripopolamento della selvaggina e sulla scelta di arbusti i cui frutti fossero particolarmente appetibili alla cacciagione. Alcune aree furono lasciate a coltivo con gli annessi insediamenti rurali; altre furono rimboschite utilizzando prevalentemente specie mediterranee. Nel 1738 Carlo III incarico' l'architetto Ferdinando Sanfelice di "organizzare" il territorio, questi traccio' cinque viali innestati a raggiera, partendo da un emiciclo comune e trasformò una parte del parco a giardino alla francese; altre aree rimasero come zone di caccia e le masserie continuarono a mantenere il loro ruolo produttivo per tutto il secolo XVIII . Dopo iniziarono delle piccole trasformazioni che portarono ad un riassetto totale del bosco che perse il suo iniziale orientamento produttivo e divenne un giardino di carattere paesaggistico. Queste trasformazioni si inspirarono sia al giardino all'inglese costruito nel 1782 in un'area adiacente alla Reggia di Caserta, ove erano state introdotte numerose specie esotiche, sia ai numerosi giardini privati fioriti in quell'epoca. La svolta definitiva nel riassetto del Real Sito di Capodimonte si ebbe proprio con l'istituzione dell'Orto Botanico di Napoli, che tra i tanti ruoli assunse anche quello di strumento di pianificazione del sito e ove si decidevano le "strategie vegetali degli insediamenti regi". Alla fine del secolo scorso furono introdotte anche una grande quantità di palme. Nel 1928 il Real Sito fu ceduto al Demanio dello Stato, nel 1950 esso acquisì lo "status" di Parco e fu aperto al pubblico.