NAPOLI ANTICA

NAPOLI ANTICA

Piazza Cavour, via Duomo, via dell'Anticaglia, via Tribunali, piazza dei Girolamini, piazza S. Gaetano, via S. Gregorio Armeno, piazzetta della Pietrasanta, piazza Miraglia, via S. Pietro a Maiella, piazza Bellini, via S. Sebastiano, via Benedetto Croce, piazza S. Domenico Maggiore, piazzetta Nilo, via S. Biagio dei Librai, piazzetta Crocelle ai Mannesi, via Vicaria Vecchia, via Forcella, piazza Calenda.

  • Mura Greche (Piazza Cavour)
  • Teatro greco-romano
  • Palazzo di Nerone
  • Cattedrale
  • Chiesa di S. Paolo Maggiore
  • Chiesa di S. Lorenzo
  • Mura Greche (Piazza Bellini)
  • Campanile della Pietrasanta
  • Statua del Nilo
  • Piazzetta S. Gregorio Armeno
  • Piazzetta Crocelle ai Mannesi
  • Mura Greche (Piazza Calenda)

Il percorso antico inizia in piazza Cavour: qui sono stati rinvenuti alcuni tratti di Mura Greche del IV secolo a. C., che, unicamente ad altre testimonianze archeologiche rinvenute sulla collinetta di S. Aniello (posta proprio di fronte) hanno reso possibile la localizzazione, sulla sua sommità, dell'area dell'acropoli della città greca. Oggi la zona è occupata per la maggior parte dal complesso universitario del Primo Policlinico, e vi si accede dalla Porta di S. Gennaro. Da piazza Cavour ci immettiamo in via Duomo, arteria affollata e vivace, ricca di bei negozi di tessuti e di abbigliamento, di pasticcerie e di caffè. Si percorre la strada fino a raggiungere via dell'Anticaglia, così denominata per la presenza dei ruderi dell'antico Teatro della Napoli greco-romana; lo storico Bartolomeo Capasso ne parla così: "Per me e per quanti amano le patrie glorie, quelle mura sono sacre: io le guardo sempre con religiosa venerazione. Passando sotto le basse volte di quegli archi, la mia fantasia attraversa i secoli e, come per incanto, si trasporta ai tempi che furono. Essa ricostruisce il diruto teatro, in cui Claudio fece rappresentare la sua commedia, e volle Nerone dar saggio della sua voce e dell'arte sua musicale. Ricostruisco il foro, le terme, il ginnasio i tempii, i portici, le mura: tutta l'antica città, insomma, si presenta come in un panorama alla mia memoria".
Nell'adiacente vico Cinquesanti un palazzo conserva un portale che sembra sia stato ottenuto con materiale di spoglio di strutture romane e perciò detto popolarmente "Palazzo di Nerone".

Lungo la strada dell'Anticaglia, troviamo le due chiese barocche di Regina Coeli e di S. Maria di Gerusalemme o le Trentatré.
Ritornati su via Duomo lasciamo a sinistra la via Donnaregina con la Chiesa di S. Maria Donnaregina Vecchia e S. Maria Donnaregina Nuova e raggiungiamo la Cattedrale, posta sulla sinistra in uno slargo circondato da portici.
All'interno della Cattedrale è stata inglobata la Basilica paleocristiana a tre navate di S. Restituta, divenuta oggi Cappella del Duomo. S. Restituta fu la prima Cattedrale di Napoli, fondata dall'imperatore Costantino su un tempio pagano, probabilmente dedicato ad Apollo. La struttura originaria paleocristiana risale al IV sec. e fu dedicata al Salvatore; il nome di S. Restituta fu dato alla Cattedrale nel IX sec., quando vi furono trasportate le spoglie della martire africana. Sul finire del V sec. d.C. vi fu affiancata una seconda Cattedrale, di culto orientale, chiamata Stefania, dal nome del Vescovo fondatore Stefano e che, nel X secolo, fu detta anche di San Gennaro. La cappella ha un impianto a tre navate: notevole il panneggio ligneo che si apre sull'Arrivo del corpo di S. Restituta ad Ischia, di Luca Giordano, pittore napoletano del '600. In fondo alla navata destra troviamo il Battistero di S. Giovanni in Fonte.
Costruito dal Vescovo Severo tra il 363 e il 409 d.C., è il battistero paleocristiano più antico del mondo occidentale. Ha pianta quadrata e si sviluppa con un tamburo ottagonale che regge la cupola. I bellissimi mosaici evidenti nella volta, in cui predomina il colore blu, sono precedenti l'influsso bizantino. I pochi mosaici pavimentali rimasti lasciano supporre la preziosità della fattura. Al centro una vasca ad immersione attesta l'uso dei primi cristiani di celebrare il battesimo, da adulti, nel periodo pasquale.
Una scala, oltre la Cappella, conduce alla zona archeologica, con reperti che vanno dall'età greca all'alto medioevo: una colonna e resti di un ambiente paleocristiano, ambienti romani in "opus reticulatum", una strada con tracce di ruote di carri. Oltre la strada greca, si giunge ad un altro livello di pavimentazione con resti di finissimi mosaici: forse il pavimento della basilica Stefania.
Si attraversa al semaforo poco più avanti e ci si inoltra in via Tribunali (il decumanus maior della Napoli greca). La prima piazzetta sulla sinistra è Piazza dei Girolamini in cui troviamo le due Chiese di Santa Maria della Colonna e dei Girolamini o di S. Filippo Neri. Nell'interno di quest'ultima si trovano lo stupendo affresco di Luca Giordano Cacciata dei profanatori dal Tempio (1684) e la bellissima Santa Maria Maddalena dei Pazzi, oltre che, nel transetto, dipinti del Solimena e del Tracausano, artisti napoletani del XVII secolo.

Raggiungiamo piazza S. Gaetano, centro dell'antica Neapolis, l'Agorà greca e Foro in epoca romana. Qui è visibile la statua di S. Gaetano del 1737, innalzata a memoria della peste del 1656, mentre a destra, su una scalinata a doppia rampa, si trova la Chiesa di S. Paolo Maggiore, eretta tra il 1583 ed 1603 nell'area del Tempio romano dei Dioscuri, del quale conserva le colonne architravate sulla facciata ed altri resti frammentari di iscrizioni o di colonne di epoca romana. Accanto alla Chiesa di S. Paolo Maggiore si trova uno degli ingressi alla Napoli Sotterranea. Sulla sinistra della stessa piazza, in una rientranza, si trova la Basilica di S. Lorenzo Maggiore, tra le più importanti chiese di Napoli nel Medioevo, fonte pertanto di eccezionale importanza per la conoscenza storica. Infatti gli scavi, cui si accede da un passaggio in fondo al chiostro, hanno portato alla luce interessantissimi resti archeologici che evidenziano le diverse stratificazioni greche, romane e medioevali. E' stato nel corso dei lavori intrapresi nel 1954 per il restauro della Chiesa angioina, che sono state individuate parti delle strutture della preesistente chiesa del V sec. d.C. con mosaici pavimentali policromi. Proseguendo nelle ricerche è stato ritrovato uno dei cardines che univa le attuali via San Biagio dei Librai e via dei Tribunali, e resti di costruzioni romane in "opus reticulatum" e "opus latericium", che a loro volta poggiavano su ruderi di epoca greca. Gli scavi archeologici - molto utili per conoscere la stratificazione della città dalle strutture greche all'alto Medioevo - sono ancora in corso. Finora sono stati identificati una murazione greca del V secolo a.C., un vasto edificio romano del I o II secolo d.C. che ospitava il tesoro pubblico (aerarium) insieme a numerose botteghe (un tintore, un vasaio ed un fornaio) e, infine, la sede di un "seggio popolare" di epoca ducale (VIII secolo d. C.). I ritrovamenti effettuati testimoniano la ricchezza, la vivacità e la notevole estensione della città greca e romana, facendo presupporre che il proseguimento delle ricerche può portare ad ulteriori scoperte di importanza fondamentale.
Da Piazza S. Gaetano si prosegue per via Tribunali verso sinistra e si incontra la Chiesa di S. Maria delle Anime del Purgatorio o Purgatorio ad Arco. Davanti alla facciata della chiesa vi sono quattro grossi pilastri con teschi e femori di bronzo, sui quali i napoletani più devoti depongono sempre dei fiori.
Alla fine di via Tribunali troviamo la piazzetta della Pietrasanta, dove si erge il Campanile della Pietrasanta, VI sec., unico elemento paleocristiano romanico sopravvissuto al rifacimento barocco della Chiesa di S. Maria Maggiore. Sulla base rettangolare del Campanile si vedono frammenti di fregi provenienti da templi romani, mentre nella parte alta si notano una bifora in un arco di mattoni e la torre campanaria che termina in una cuspide. Proseguendo incontriamo a destra la rinascimentale Cappella Pontano, e, più avanti, in piazza Miraglia, la chiesa della Croce di Lucca e il complesso del Policlinico. Si va avanti per via S. Pietro a Maiella dove si trovano l'omonima chiesa e il Conservatorio di Musica, uno dei più illustri d'Italia.
Di fronte al Conservatorio si apre la piazza Bellini con al centro la statua del famoso compositore dell'800 e resti delle antiche Mura Greche di Neapolis del IV sec. a. C.. Prendendo la strada in discesa e lasciando sulla destra l'arco di Port'Alba, ci si immette in via S. Sebastiano, nota per i negozi di strumenti musicali; la si percorre tutta e si raggiunge l'incrocio con Via Benedetto Croce: sulla destra si può notate il complesso monumentale di S. Chiara, a sinistra, invece, ci si inoltra in via Benedetto Croce, in onore al filosofo napoletano che, nello storico Palazzo Filomarino del XIV secolo al numero 12, visse e mori (1866-1952). Questa strada è ricca di palazzi storici ed eleganti, di negozi di oreficeria e di artigianato sacro, ed è animata da un viavai continuo, allegro e chiassoso. Alla fine di via Benedetto Croce si trova la caratteristica piazza S. Domenico Maggiore, al cui centro sorge la Guglia di S. Domenico: questa piazza costituiva il limite delle mura greco-romane a occidente (IV sec. a. C.). Nella parte superiore si apre l'ingresso secondario della Basilica di S. Domenico Maggiore, mentre su ogni lato della piazza si possono notare bei palazzi che vanno dall'epoca medievale fino al '600 e al '700 (Petrucci, Casacalenda, Corigliano e Sangro Sansevero). Inoltrandosi per la stradina nella parte alta della piazza - via Francesco de Sanctis - si può visitare la particolare Cappella Sansevero, unita a Palazzo Sangro, famosa per i virtuosismi scultorei che conserva (tra cui il famosissimo "Cristo velato" di G. Sammartino) e per la eclettica personalità del Principe di Sangro, di cui si possono vedere gli "esperimenti scientifici" nella cripta.
Ritornando in piazza S. Domenico Maggiore si passa nell'attigua Piazzetta Nilo, dove c'è la Chiesa di S. Angelo a Nilo, centro, durante l'Impero Romano, del quartiere alessandrino, di cui è testimonianza, la presenza di una Statua del Nilo nella Piazzetta denominata "Largo Corpo di Napoli". Ritrovata senza testa, questa scultura, erroneamente è ritenuta essere di una donna che allatta i suoi numerosi figli. La testa barbuta si trova due secoli dopo, ed ora, pur rimaneggiata, mutilata e restaurata nel corso dei secoli, la statua completa fa bella mostra di sé in un angolo a sinistra, verso via S. Biagio dei Librai.
Via S. Biagio dei Librai, "decumanus inferior" della città greca, comunemente denominata "Spaccanapoli", presenta lungo il suo corso numerose chiese, tra cui la chiesetta di S. Nicola a Nilo, oggi sconsacrata, la cui base è occupata da un rivenditore di oggetti usati, e la chiesa dei S.S. Filippo e Giacomo. Tipici negozi di articoli sacri, di antiquariato e di oreficeria rendono anche questa strada molto caratteristica. Vi si trovano, inoltre, interessanti palazzi rinascimentali (Carafa, Santangelo, Marigliano). Superata la Cappella del Monte di Pietà, troviamo a sinistra, dopo poco, la Piazzetta di S. Gregorio Armeno, dove c'è la chiesa omonima, eretta probabilmente sul luogo in cui sorgeva il tempio romano di Demetra, di cui farebbero parte i resti di muro "opus reticulatum" sul lato sud della chiesa. La via S. Gregorio Armeno è il centro dei fabbricanti di pastori per presepi fin dal 1700, e nel periodo natalizio, già dai primi di novembre, costituisce una meta obbligata per gli appassionati dell'artigianato presepiale napoletano.
Quasi alla fine di via S. Biagio dei Librai si trova, sul lato destro, una particolare bottega artigianale di restauro chiamata "Ospedale delle bambole".
Ritornati su via Duomo, troviamo di fronte la piazzetta Crocelle ai Mannesi, dove si può ammirare l'abside paleocristiana inglobata nella Chiesa di S. Giorgio Maggiore, e nella strada adiacente vico Carminiello ai Mannesi, i resti di un complesso residenziale romano con terme annesse.
A questo punto ci introduciamo nella famosa "Forcella" o via Vicaria Vecchia, alla fine della quale c'era la "Porta Furcellensis" (detta così per la biforcazione della strada simile a quella di una forcella), e raggiungiamo la piazza Calenda dove si trovano altri resti di Mura Greche. La Piazza è conosciuta meglio come piazza Trianon.
Termina qui il percorso della "Napoli antica". Tra il dedalo delle viuzze che abbiamo attraversato, abbiamo sentito palpitare il cuore della città: quello che conserva nelle voci dei venditori ambulanti, nella vivacità della gente, nel caos che sorprende e affascina il turista, la memoria delle antiche radici greche e romane

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