SCAVI ARCHEOLOGICI

NAPOLI SOTTERRANEA

Acquedotto sotteraneo risalente all'epoca greca su cui i Romani, in epoca Augustea, costruirono varie gallerie: Grotta di Cocceio e Grotta di Seiano. Durante la II° Guerra Mondiale il sottosuolo fu utilizzato come rifugio antiaereo.

SCAVI DI POMPEI

Pompei è una delle più significative testimonianze della civiltà romana e si presenta come un eccezionale libro aperto sull'arte, sui costumi, sui mestieri, sulla vita quotidiana del passato. La città è riemersa dal buio dei se­coli così come era al momento in cui venne all'improvviso coperta da uno spesso strato di ceneri fuoriuscite, insieme alla lava, con la devatante eruzione del Vesuvio. Era il 79 dc. La tragedia fu immane: in quello che era stato uno dei più at­tivi e dei più splendidi centri roma­ni la vita si fermò per sempre. Lo spesso strato di materiale eruttivo che lo sommerse, Costituito in gran parte da ceneri e lapilli - materiale non duro a differenza di quello che ricoprì Ercolano e che si solidifica in pietra durissima - ha consentito che la Città giungesse integra fino ai nostri giorni non solo nelle sue architetture, ma anche in tutto ciò che era dentro le abitazioni o dentro i negozi, offrendo un quadro del quotidiano' incredibilmente affascinante.

SCAVI DI ERCOLANO

Gli scavi archeologici di Ercolano si trovano in Provincia di Napoli. La città di Ercolano, già gravemente danneggiata dal terremoto del 62, venne distrutta dall'eruzione del Vesuvio (79), che la coprì con un'ingentissima massa di fango, cenere ed altri materiali eruttivi trascinati dall'acqua piovana che, penetrando in ogni apertura, si solidificò in uno strato compatto e duro di 15-20 metri. Queste particolari circostanze che hanno portato al seppellimento di Ercolano, se da un lato ne hanno reso e ne rendono tuttora assai arduo lo scavo, dall'altro hanno permesso la conservazione di materiali altamente deperibili, come i papiri e gli stessi alimenti, sigillati nel fango secco. Questa sigillatura ha anche protetto materiali come il legno strutturale, che invece in presenza di ristagno d'acqua è più deperibile. Gli scavi di Ercolano, con quelli di Pompei ed Oplontis, sono inseriti dal 1997 nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

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